Maula: la più precoce senza semi italiana
admin
6 Luglio 2022
Buongiorno, vi presentiamo Maula. Questo nome vi evoca qualcosa? Ebbene sì, essendo la cultivar più precoce ottenuta dai breeder italiani del CREA è stata “battezzata” con l’antico nome di uno degli areali pugliesi più precoci: Mola, appunto. Per essere più precisi Mola di Bari (Ba).
Maula, la nuova varietà di uva da tavola italiana, senza semi, precoce e a bacca nera è stata presentata lunedì 4 luglio 2022 in agro di Grottaglie (Ta). La visita dimostrativa si è svolta all’interno del campo sperimentale dell’Azienda Agricola Santarosa.
I ricercatori hanno descritto la nuova varietà di uva italiana al 100% spiegando che Maula ha un’epoca di maturazione che comincia a partire dall’ultima decade di giugno. Il suo acino ha un peso medio di 6 grammi, mentre il grappolo può raggiungere anche i 770 grammi e una lunghezza media di 25,5 centimetri.
La prima di 36 nuova varietà
Maula è una delle 36 nuove varietà di uva da tavola ottenute in seno al progetto di breeding che ha come protagonisti il CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria) e il Consorzio di produttori Nu.Va.U.T. (Nuove Varietà di Uva da Tavola).
In seguito all’accordo tra Crea e NuVaUT la regione Puglia ha finanziato il progetto VALNuVaUT; con l’obiettivo di fornire viticoltori da tavola informazioni e dati sulle 36 selezioni di uva ottenute. Il lavoro contribuirà a guidare e orientare le scelte varietali e i protocolli agronomici che tecnici e produttori potranno seguire.
A fare le presentazioni , quindi, lunedì c’erano Rocco Perniola del CREA – Ricerca (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria) e Giacomo Suglia, capofila del progetto VALNuVaUT e presidente del Consorzio di produttori. All’incontro erano presenti anche l’onorevole Gianpaolo Cassese ed alcuni esponenti dell’amministrazione comunale di Grottaglie: in particolare il Sindaco Ciro D’Alò e Alessia Piergianni, Assessora alle Politiche agricole e sviluppo rurale.
Gianpaolo Cassese, Deputato alla Camera, su Facebook, commenta la visita con queste parole:
“A livello parlamentare abbiamo sempre sostenuto le attività del #CREA, convinti che investire in ricerca e innovazione sia il primo passo per sostenere la crescita delle nostre imprese. In tal senso, la visita in campo di oggi è stata una vera iniezione di fiducia. I risultati di questa nuova varietà sono sorprendenti. La #Maula, infatti, ha caratteristiche che ben si sposano con le condizioni pedoclimatiche del territorio e offre la possibilità ai nostri produttori di affrancarsi dai breeders internazionali o da quelle regole spesso insostenibili dei cosiddetti “club”. Se tutto va per il meglio, presto potremo avere nei nostri campi una varietà “Made in Italy” precoce e competitiva”.
Il commento del produttore Stefano Franchini
Alcuni produttori aderenti al Consorzio hanno avuto modo, in questi anni, di impiantare la nuova varietà di uva da tavola, è il caso dell’Azienda dei Fratelli Franchini.
La Franchini Farm, dei Fratelli Franchini, sorge proprio in agro di Mola di Bari (Ba). A Stefano, uno dei conduttori dell’azienda, abbiamo chiesto di commentare la nuova seedless Made in Italy, visto che qualche giorno fa ha pubblicato la foto di un grappolo della cv: “Si tratta di una varietà estremamente precoce che è possibile raccogliere già a fine giugno. La sua maggiore peculiarità è che fin da subito presenta una bassa acidità e un ottimo grado zuccherino. Elementi che rendono il sapore di quest’uva davvero molto gradevole. La sua bacca si presenta leggermente allungata con un calibro naturalmente importante”.
Stefano continua: “Al momento la produzione di questa varietà nella nostra azienda agricola non è elevata. Infatti finora abbiamo svolto solo degli studi volti a conoscerla il più a fondo possibile. Le osservazioni ci hanno permesso di perfezionare le tecniche agronomiche necessarie a far esprimere al meglio la nuova cultivar sul nostro territorio. Da parte nostra ci siamo soffermati maggiormente su: livello di maturazione, tenuta sulla pianta e fertilità”.
Un passo importante per il comparto
“Come produttore sono molto soddisfatto – conclude Franchini – Maula ha risposto molto bene nel nostro areale. Inoltre la sua gestione si è rivelata davvero molto semplice. Noi come azienda crediamo fermamente in questo progetto di breeding (Consorzio Val.Nu.Va.U.T.). Investire su nuove uve senza semi pensate, ottenute e studiate da ricercatori italiani per gli areali italiani gioverà all’intero comparto. L’ anno prossimo avremo 8000 piante al primo frutto. I primi test legati alla produzione e alla vendita sono andati benissimo. Siamo molto speranzosi”.
Autrice: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com